Per gli amanti della natura e del paesaggio la FLORA ALPINA rappresenta una delle grandi attrattive della montagna.
Testo e foto di Gualtiero Monistier
In copertina – ANEMONE HEPATICA – Erba trinità, Herb Trinity, Prealpi Lombarde.
Rispetto ad altre zone geografiche le Alpi, con la loro estensione verticale, presentano una grande varietà di ambienti climatici e di conseguenza vi si trovano moltissime specie vegetali, molte delle quali hanno fioriture estesissime e spettacolari, spesso quando la neve non è ancora del tutto sciolta. A molti sarà capitato di vedere prati coperti da Crocus o Anemoni in quantità tale da nascondere anche l’erba.
Croco Primaverile (Crocus Vernus). Fiorisce allo scioglimento delle nevi.
Bellissime le Genziane, sia le varietà di grandi dimensioni come la Lutea, sia le piccole Genzianelle che formano cuscinetti coloratissimi sui pascoli e le pietraie d’alta montagna.
Innumerevoli le specie che fioriscono tra le rocce e i massi delle morene: numerosissime le Sassifraghe, i cuscinetti di Silene Acaule, il vistoso Doronico, il Cerastio e tante altre.
A quote più basse
i sottoboschi delle nostre prealpi calcaree sono allietati all’inizio della primavera da vari Anemoni e Ranuncoli.
Tra tutti molto belli l’Anemone Epatico e la Rosa di Natale.
Vi sono piante che vivono su ogni tipo di terreno, altre solo su quello calcareo o siliceo. Altre sono endemiche solo di alcune zone: la Campanula Insubrica (o Raineri) vive solo sulle Prealpi Lombarde, il piccolo Garofano dei ghiacciai si trova solo ad alta quota sulle morene del gruppo dell’Ortles-Cevedale.
Croco Primaverile (Crocus Vernus). Fiorisce allo scioglimento delle nevi.
La flora alpina ha sempre rivestito un’importanza particolare nella MEDICINA popolare e nell’ ERBORISTERIA.
Notissimo l’uso della radice di Genziana per preparare amari, meno il suo uso come febbrifugo al posto del chinino. Usatissimi anche il Genepì e l’Achillea per fare ottimi liquori, la comune Viola utilissima per le malattie del petto, l’Arnica potente antireumatico e antitraumatico.
Purtroppo la smodata raccolta di queste piante ha portato alla rarefazione molte specie, che ora sono protette e la loro raccolta, dove permessa, è regolamentata.
Specie velenose
Chi intende usare piante selvatiche per usi medicinali o per fare liquori deve tenere ben presente che molte specie sono velenosissime, al pari dei più pericolosi funghi. Motivo per cui bisogna conoscere molto bene quello che si raccoglie. Un esempio per tutti: la Genziana maggiore è simile al Veratro, mortifero. Altre piante sono da usarsi solo come medicamenti esterni: come l’Arnica che ingerita è molto tossica.
Molte sono le specie velenose, da non usare mai. Alcune sono comunissime e decorative, coltivate anche nei giardini, come la Rosa di Natale (Helleborus Niger) o l’Aconito. Le radici di quest’ultimo fiore sono state usate nell’antichità per giustiziare i condannati a morte, in alternativa alla cicuta. Sono noti anche due casi d’ avvelenamenti mortali causati dall’Aconito a militari affamati: il primo a legionari romani, il secondo nel 1960 durante un corso di sopravvivenza sui Pirenei ai danni di soldati francesi evidentemente inesperti di botanica.