ESTREMO: un aggettivo di cui si abusa quando si parla di attività sportive.
Testo e foto di Gualtiero Monistier
Anche se in montagna l’ambiente è particolarmente severo e il rischio non può essere completamente azzerato, non significa che gli sport che vi si praticano siano destinati solo a persone folli o tendenti al suicidio.
Si tratta comunque di attività che richiedono un certo impegno fisico e la conoscenza perfetta delle tecniche impiegate: per ognuno di questi sport esistono numerose scuole in Italia e all’estero, ovvio che il principiante le frequenti prima di affrontare da solo arrampicate o voli.
Foto: Sigaro Dones sulla Grigna Meridionale
In alcuni casi si insegna l’arrampicata anche ai bambini.
Molto utile fare esperienza con persone esperte ed è indispensabile imparare a valutare le proprie capacità e le condizioni atmosferiche.
Si tende a descrivere come pericolosissima l’arrampicata libera.
Per praticare il “free climber” è necessaria un’ottima preparazione atletica.
Deltaplani e parapendii: due mezzi che permettono di volare in piena libetà tra le cime. Buttarsi da una vetta in alta montagna è certo riservato ai più esperti, un volo lanciandosi da un prato a quota media è alla portata di molti.
Nelle vicinanze di una località di lancio (per esempio il Cornizzolo in Brianza o Chamonix al Monte Bianco) nelle giornate favorevoli vi sono anche alcune decine di parapendii e deltaplani sempre in aria.
PARAPENDIO: sotto la vela il Monte Bianco.
Kaiak e gommone: con questi mezzi si scendono i corsi d’acqua alpini. Non è certo obbligatorio buttarsi dalle cascate, come si vede in alcune pubblicità: vi sono molti fiumi e torrenti dove le difficoltà sono limitate e ci si può divertire con poco rischio.
Per concludere: ci si può divertire con un pizzico di brivido senza rischiare più del dovuto.
RAFTING: sulla Dora Baltea