Nonostante il brutto tempo confidiamo in quel promesso buco di sereno mattutino che il meteo ci promette…
Ultima uscita corso SA2 di scialpinismo.
Dove: Gran Paradiso 4061m (non raggiunto)
Località e quota di partenza: Valsavarenche, km 23,950 località Pravieux a 1834 mt
Regione/Stato: Valle d’Aosta, Italy
Gruppo montuoso: Alpi Occidentali – Alpi Graie – Gruppo Gran Paradiso
Quota di arrivo: 4061m
Dislivello di salita:
Pravieux >> Rifugio Chabod: 916 m / Rifugio Chabod >> Gran Paradiso 1311 m
Esposizione prevalente in discesa: Nord/Ovest
Difficoltà: MSA fino al rifugio / Gran Paradiso BSA
Neve: Bellissima sciata nella parte iniziale, fondo duro con spolverata fresca della notte precedente
Note: Attrezzatura scialpinistica + alpinistica
1° Giorno:
Lasciamo l’auto al km 23,950 località Pravieux a 1834 mt dove viene segnalato con un pannello di legno il parcheggio per la partenza del sentiero del rifugio Chabod.
La giornata inizia con gli sci in spalla e…. finisce con gli sci in spalla! Portage fino al rifugio.. che faticaaaaa.
Rifugio Chabod
Si trova a 2750 m ne cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sotto la parete NordOvest della omonima cima. Con una comoda mulatiera, raggiungiamo il rifugio in 2.30 h dalla macchina.
Sito ufficiale del rifugio >>
2° Giorno
Rispetto alla salita classica fatta dal Vittorio Emanuele, salire al Gran Paradiso dallo Chabod presenta uno scenario più impegnativo/alpinistico, a causa del ghiaccio del Laveciau che si presenta più crepacciato.
Salita: oltrepassiamo l’invernale del rifugio (con gli sci in spalla!!) e continuiamo con gli sci ai piedi (finalmente!!) verso Montandayne fino a quota m 3100. Inizamo così una diagonale che passa sotto la parete nord del Gran Paradiso e lascia la zona più crepacciata sulla destra in direzione del colle a m 3300 sulla testa di Moncorve.
Risaliamo così verso destra in mezzo a neve e tormenta con visibilità zero (ci leghiamo in cordata)…. quasi alla schiena d’asino siamo costretti alla ritirata. Speravamo almeno di poter scendere al Vittorio Emanuele per fare la traversata, ma il tempo impietoso ci ferma. Torniamo così indietro…. sarà per il prossimo anno.
Cosa ci siamo persi in cima?
Alla fine del catino superiore del ghiacciaio si curva a sinistra per portarsi alla crepaccia terminale, da qui bisogna risalire delle facili rocciette con un espostissimo passaggio a picco sul ghiaccio della Tribolazione (600 m sotto). In cima si trova infine la Madonnina!
Ancora un grazie a tutti gli istruttori per questa bellissima esperienza di vita e a tutto il gruppo per l’affiatamento e l’armonia che solo la fatica condivisa può creare.
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Testi e foto di Elena Monistier