Come saper rinunciare alla meta!!
Rif. Baita Cassinelli – Grotta dei Pagani – Pizzo Presolana
31° CORSO DI ALPINISMO A1 – 2009
Testo e foto di Elena Monistier
Relazione:
Dove: Alta Val Seriana – Lombardia (BG) – Italia.
Località di partenza: Passo della Presolana.
Zona Montuosa: Orobie Orientali.
Difficoltà fino alla grotta dei Pagani: E Escursionistico
Pizzo Presolana Via Arrampicata: non eseguita
Pizzo Presolana Via Normale: EE, tratti di I° sotto la vetta
Dislivello fino alla grotta dei Pagani: 964 m
Dislivello totale fino al Pizzo Presolana: 1321 m
Di buon ora il gruppo del corso Cai si ritrova in partenza verso la Presolana, come al solito sono agitata…..quanto sarà esposta la via?
Ancora inconsapevole della mia prematura agitazione (per arrivare all’attacco della via la strada sarà faticosamente lunga, con zaini appensantiti da picozze e ramponi….causa presenza di neve sul sentiero visto le precedenti e abbondanti nevicate dell’anno….), al Passo della Presolana ci prepariamo per la camminata, vengo inclusa nel gruppetto che andrà in cima al Pizzo della Presolana.
La giornata si presenta molto afosa e calda.
Seguiremo dal passo il sentiero 315 che inizia in un boschetto con una serie di morbidi tornanti. Salendo per boschi e prati si giunge alla Baita Cassinelli a quota 1568 m. Il sentiero continua e inanzi a noi si apre un magnifico panorama: la bastionata della Presolana. Già alcuni arrampicatori iniziano a cimentarsi sulle prime vie alla nostra destra.
Scorgiamo in lontananza l’arancione Bivacco della Città di Clusone a m 2085, lo oltrepassiamo e superando dei ghiaioni che noi ritroviamo però ricoperti da pendii di neve, arriviamo finalmente alla Grotta dei Pagani.
Sostiamo (stanchi) per riposare, rifocillarci e preparare il materiale tecnico, vestirci adeguatamente e indossare imbragatura e casco.
La Grotta dei pagani offre uno spettacolo grandioso: l’interno è interamente ghiacciato, dal pavimento alle stallattiti, e la sorgente che si trova all’interno della grotta è in gran parte ricoperta di giaccio.
I nostri istruttori ci danno le ultime raccomandazioni e spiegazioni e fra rocciette e neve prendiamo il primo pezzo di Via Normale che sale al Pizzo della Presolana ( Difficoltà EE) per poi abbandonarlo all’attacco della Via.
Mettiamo gli scarponi nello zaino, indossiamo le scarpette. Parte la prima cordata, composta dall’istruttore Antonio, me e Stefano. Il tiro è lungo, circa a metà devo passare un piccolo e “banale” pezzettino leggermente strapiombante…banale se non avessi uno zaino sulle spalle e la stanchezza delle ore precedenti di camminata!!!
Mi coglie un inaspettato sfinimento…..la sera prima i nostri istruttori prendendosi simpaticamente beffa di noi ci dicevano che con questa uscita avremmo capito cosa voleva dire andare in montagna in “Ambiente”….e avevano ragione!!!
Cosa vuol dire fare ore di camminata prima di arrivare all’attacco di una via, con uno zaino pesante in spalla….essere ad una certa quota con un ambiente intorno che non è certo quello di una falesia.
Bene…lo stavo capendo……il caldo umido afoso di quella giornata mi stava provando più di quanto mi aspettassi.
Esaurii le forze in quel primo tiro di corda……anche se non volevo ammetterlo, per non rinunciare alla meta e per non dover costringere I compagni di cordata a scendere con me.
Aspettammo in sosta alla fine di quell faticossimo tiro anche la seconda cordata composta da Carlo e Francesco. Decidemmo così per la ritirata tutti quanti!
Con una bella e lunga doppia ci calammo sulla neve sottostante, scendemmo in conserva fino alla grotta dei Pagani.
Ero veramente afflitta, per la mia sconfitta e per aver fatto ritirare due cordate….ma Antonio mi fece invece capire una cosa molto importante:
bisogna anche saper rinunciare!!!
Per la propria e altrui sicurezza. La lezione di oggi era anche capire i propri limiti e saper accettare le giornate che possono non essere ottime dal punto di vista fisico.
E’ meglio avere la possibilità di riprovare piuttosto che per eccessiva stanchezza avere drammatici incidenti in una doppia durante la discesa.
La ritirata si rivelò poi la scelta più sensata: poco più di 30 minuti dopo, all’altezza del Bivacco si abbattè su di noi un grosso temporale che ci avrebbe altrimenti colto in cresta. La pioggia ci accompagnò fino alla macchina.